Tunisia 2011

 La mia prima volta sulle dune

     

Furio, che era il proprietario del negozio dove ho acquistato la mia Yamaha, organizza per i suoi clienti dei tour in fuoristrada fornendo anche la necessaria              assistenza. Se ne vuoi sapere di più vai sul suo sito http://www.laportedudesert.com. Già da qualche anno mi proponeva un viaggio in Tunisia per "giocare" sulla sabbia. Quest'anno, in accordo con Dora, sono partito da solo per la mia prima volta in terra africana. L'entusiasmo è alle stelle, ma anche il timore per la guida sulla sulla sabbia e tra le dune. Visionando i filmati della Dakar sembra tutto facile. Sono consapevole di avere al mio fianco un ottimo maestro, Furio, che con la sua esperienza di rally africani e non solo, mi darà buoni consigli, ma quando tocca a te.....ti rendi conto che LORO fanno un'altro mestiere.  Però vado in Africa per giocare........e allora giochiamo! 

27 Dicembre. Partenza in traghetto da Genova alla volta di Tunisi. Da Milano partiamo, Furio il "maestro", Letizia anche lei con esperienze di guida in gare e nel deserto, Mauro che guida la jeep con i ricambi e i viveri, ed io. Al traino abbiamo un carrello che trasporta le nostre moto. Al porto di Genova ci incontriamo con Marco che arriva da Terni con un furgone Fiorino al cui interno ha caricato la sua moto. Iniziamo alla grande! 4 ore di ritardo sull'orario di partenza! Sulla nave espletiamo, nella disorganizzazione più assoluta, tutte le formalità burocratiche per l'ingresso dei mezzi in terra tunisina,  poi finalmente a nanna.

28 Dicembre. Nel primo pomeriggio sbarchiamo a Tunisi e ci troviamo in un autentico inferno di jeep, camper, moto, camion, tutti in un imbuto per cercare di guadagnare l'uscita dal porto. La nostra attesa per scappare da questo girone dantesco è decisamente lunga, perché per le autorità portuali i visti e le autorizzazioni fatte sulla nave non sono sufficienti per poter circolare con i nostri mezzi. Finalmente, ore dopo, ci lasciano andare e puntiamo verso Douz, circa 500 km a sud, dove arriviamo in nottata. Questa cittadina sarà per i prossimi giorni il nostro campo base per le escursioni.

29 Dicembre. In mattinata ci organizziamo per i prossimi giorni: vettovagliamento, perché la jeep sarà sempre con noi per qualunque evenienza, tessera telefonica, cambio soldi, ecc.. In tarda mattinata si parte per il Cafè La Port du Desert, uno dei numerosi punti di ristoro che si trovano lungo le piste sabbiose, dove è possibile rifocillarsi prima di ripartire. Durante le nostre escursioni avremo modo di sostare parecchie volte in questi Cafè, differenti fra loro, ma tutti molto caratteristici. Marco e Letizia partono decisi, loro hanno già esperienza su questo terreno mentre Furio, nella foto, mi da le prime indicazioni. Percorse poche centinaia di metri mi blocca: dopo 35 anni di moto da strada e qualche anno di fuoristrada "soft", devo rivedere la mia posizione in sella...perché LORO fanno un altro mestiere! Arrivati al Cafè, dopo un breve spuntino, ripartiamo per percorrere la pista detta dei "carretti" che ci riporterà a Douz.

30 Dicembre. Oggi devo fare da apripista guidando il gruppetto al Cafè Port du Desert. Devo stare attento alla guida, controllare che ci siano tutti, tenere d'occhio la bussola sul navigatore............e incredibilmente li porto a destinazione! Ripartiamo e puntiamo dritti verso una zona ricca di dune dove, nonostante i consigli ricevuti, mi insabbio parecchie volte, ma ne esco sempre, a volte con l'aiuto dei compagni. Pranzo più che meritato al Cafè Grand Erg e rientro su pista verso l'albergo. Gli ultimi 20 km li percorriamo con la luce del tramonto che rende tutto piatto e costringe ad una guida di grande sensibilità. Giornata bellissima ma sono esausto.

31 Dicembre. La giornata inizia con un piccolo inconveniente alla moto di Letizia che viene riparato. La destinazione di oggi è il  Cafè du Park. Furio e Marco partono da soli prima di noi. Letizia ed io ci mettiamo in movimento poco dopo e dobbiamo raggiungerli basandoci solo sulle indicazioni dei nostri GPS. Per sicurezza il fido Mauro ci segue con la jeep. Sperimentiamo sulla nostra pelle che guidare tra la sabbia, piccole dune, tracce di altri mezzi seguendo contemporaneamente le indicazioni del navigatore non è affatto facile.....infatti ci perdiamo! Ripartiamo e con più attenzione ci rendiamo conto di essere fuori posizione (solo) di circa 1 Km. Ritroviamo gli altri e tutti insieme finalmente arriviamo al Cafè, dove gustiamo il Bric a l'oeuf, una specie di panzerotto fritto con dentro uovo, cipolle e qualche altra cosa non ben identificata. Cena di Capodanno e programmiamo per domani un giro che ci porterà in campeggio con pernottamento in tenda.

1 Gennaio 2012. Ci troviamo per la colazione di buon ora e non tutti sono in perfetta forma, così decidiamo di non fare nulla e restiamo a Douz godendoci la calda temperatura e sorseggiando the nella piazza principale della cittadina, che non ha molte attrattive.

2 Gennaio. Partenza in direzione di Djebil, con tende e sacchi a pelo sulla Jeep perché abbiamo deciso di pernottare  nel deserto. Attraversiamo paesaggi spettacolari: entriamo in una depressione del terreno che ricorda un cratere lunare. Guidiamo lungo i bordi rocciosi del cratere poiché verso il centro il terreno è troppo molle e poco sicuro. Poi attraversiamo una serie di dune piuttosto impegnative che mettono in crisi la mia resistenza fisica. Ma tutta la fatica fatta è assolutamente ripagata quando si arriva Djebil dove pernottiamo. Tre piccole costruzioni in muratura, la cucina, la "sala ristorante", più in là i servizi igienici e alcune tende berbere rappresentano il campeggio e tutto questo nel nulla del deserto. Cena a base di cous-cous con carne di montone, annaffiato con abbondante acqua minerale e Coca-Cola! La cena è decisamente ottima.  Il cielo stellato del deserto è diverso da quello che si può ammirare in montagna che è quasi nero, qua è "solo" di un blu intenso e le stelle sembrano molto più piccole. Con Mustafa, il gestore del campeggio, ci accordiamo perché il giorno dopo ci guidi sulla strada per Timbaine senza utilizzare la pista normale, ma passando per un percorso che si snoda fra dune lontano dai percorsi turistici.

3 Gennaio. Sveglia, colazione, aria molto frizzante, cielo terso. Saldiamo il conto. Pernottamento, cena, bevande, colazione il tutto per 12 € a testa. Mustafa sale sulla jeep con Mauro e inizia l'avventura. Passiamo tra dune, più o meno alte, con la sabbia che tende ad un colore ocra e abbiamo il piacere di non trovare nessuna altra traccia davanti a noi. Dopo parecchi Km di questo paesaggio entriamo in una conca e con sorpresa vediamo alcune tende e una famiglia di nomadi con al seguito un gregge di capre. Ci fermiamo e grazie a Mustafa che fa da interprete, scambiamo quattro chiacchiere con questa famiglia, poi ci accomiatiamo lasciando loro un po' di medicinali che abbiamo con noi. Ripartiamo risalendo dune piuttosto alte e impegnative (foto a lato) che ci permettono, quando siamo sulla cima, di godere di un paesaggio che toglie il fiato: alle nostre spalle una conca enorme con qualche tenda di gente locale, tutto intorno dune di sabbia e niente altro. Mustafa ci guida verso la pista che costeggia il "fortino", avamposto militare in pieno deserto. Lo salutiamo perché siamo arrivati sulla strada per Timbaine, come avevamo chiesto, chiediamo quanto vuole come compenso per averci fatto da guida per buona parte della giornata: non vuole nulla! Decidiamo di regalargli 25 €. Accetta, ci ringrazia e noi rientriamo velocemente in hotel guidando sulle piste percorse nei giorni passati.

4 Gennaio. Oggi è il giorno di commiato dalla sabbia e decidiamo di fare un giro piuttosto lungo assolutamente non impegnativo, ma ci sbagliavamo! In pratica, dopo essere arrivati al Cafè Port du Desert, puntiamo verso il Cafè Grand Erg non seguendo la pista, ma tagliando per le dune con Mauro che ci segue sempre con la jeep. Purtroppo la conformazione delle dune non troppo alte, ma molto vicine impediscono al fuoristrada di continuare e Mauro non può seguirci, quindi deve trovare un percorso alternativo e ci diamo appuntamento al Cafè Grand Erg. Noi arriviamo e aspettiamo Mauro, ma dopo un'ora non ci ha ancora raggiunti. Furio decide di andarlo a cercare, ma non avendo benzina a sufficienza, ne preleva un po' dai nostri serbatoi e si addentra nel deserto alla ricerca di Mauro. Nel frattempo noi attendiamo al Cafè Grand Erg e apprezziamo l'ospitalità del gestore che, rendendosi conto della nostra preoccupazione, anche perché  si avvicina il tramonto, ci offre una zuppa calda. La rifiutiamo perché non abbiamo con noi i dinari necessari per poterla pagare (sono sulla jeep). Il gestore insiste precisando che non è un problema per lui, ma desidera essere solo ospitale. I berberi sono fatti così! Decidiamo di accettare, ringraziamo e promettiamo di ritornare alla prima occasione per saldare il conto. Al suo ritorno, dopo un'oretta, Furio non ha ancora trovato Mauro e decidiamo di ritornare in hotel passando da Ksar Gilan, dove sicuramente possiamo fare rifornimento di carburante  alle moto e dove speriamo di trovare Mauro. Arrivati a Ksar Gilan, all'orizzonte dietro di noi, intravvediamo la sagoma di una jeep. Aspettiamo e dopo pochi minuti con infinita gioia, riconosciamo la jeep di Mauro. Ci racconta che in un passaggio fra le dune si è insabbiato e ha perso parecchio tempo per uscirne. Ha raggiunto il Grand Erg dove sperava di trovarci, ma il gestore gli ha riferito che noi tornavamo in albergo passando da Ksar Gilan. Dulcis in fundo, mentre riforniamo di benzina le moto, scopriamo che la jeep ha una gomma bucata. Riparato il danno, ci mettiamo in movimento verso Douze percorrendo 150 Km di asfalto. Freddo, buio e stanchezza fanno sembrare la strada ancora più lunga di quello che è  in realtà. Gli ultimi 20 Km di strada sono in terra battuta, e io li percorro avendo solo come riferimento la luce di posizione della moto di Furio. Arriviamo in hotel alle 19,30, molto stanchi, ma fortunatamente senza  aver avuto altri inconvenienti. Per oggi ne abbiamo avuti abbastanza.

5 Gennaio. Marco carica la moto sul Fiorino, e noi le moto sul carrello. Tutti insieme ci mettiamo in viaggio con destinazione Kairone, ultimo pernottamento prima dell'imbarco a Tunisi. Attraversiamo il lago salato Chott el Jerid, un luogo molto suggestivo. Sotto il leggero velo d'acqua, che lo fa apparire lucido come uno specchio, solo sabbia e sale. Il bordo vicino alla strada è di un bianco abbagliante dovuto alle incrostazioni di sale che affiorano in superficie. Facciamo una sosta a Touser, per salutare Ammar che gestisce un campeggio nella cittadina, ed è vecchio amico e compagno di viaggi di Mauro. In serata siamo a destinazione.

6 Gennaio. Partenza per Tunisi. C'è un vento fortissimo, speriamo che cali per le 18, quando è prevista la partenza della nave che ci riporterà a Genova,ma il traghetto arriva con molte ore di ritardo e solo alle 3 di notte di sabato 7 gennaio, prendiamo possesso della cabina. Alle 4, finalmente dopo 10 ore di attesa, si lascia il porto di Tunisi, La Goulette. Il vento non è calato e si inizia subito a ballare, siamo così stanchi che ci ritiriamo subito in cabina e ci abbandoniamo nelle braccia di Morfeo. Per tutta  la  notte gli antifurti degli automezzi nel garage non smettono di suonare. L'onda lunga alza la prua della nave senza alcun rumore,  poi il tonfo sordo della chiglia che sbatte sul mare, con una regolarità impressionante non ci da pace. Passano le ore e finalmente il mare si quieta e all'alba di domenica 8 gennaio sbarchiamo al porto di Genova. Poche ore di viaggio e sono a casa. Sicuramente, se possibile, è un'esperienza da ripetere anche se, come sempre, ci vorrà qualche tempo per metabolizzare  questa fantastica avventura.  Credo che tutti gli appassionati di fuori strada dovrebbero provare almeno una volta l'esperienza del deserto.